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La "macchinetta" inizia finalmente ad essere concepita come elemento necessario per un ambiente lavorativo più friendly
Quando Gedac ha intrapreso la sua azione di rebranding che l'ha portata ad avere il volto che ha oggi (simboleggiato in prima linea dal gallo Cocky Bolt, ma anche con tanto altro dietro) ha avuto trai suoi obiettivi principali quello di trasmettere il concetto di una consumazione alla vending machine come momento di ricarica per ripartire più energici di prima verso i propri obiettivi, e quindi di abbattere l'ormai obsoleta concezione di pausa come stop (in termini negativi, quindi) dal lavoro o da quel che si sta facendo. Ed è proprio a questa nuova filsofia a cui cerchiamo di abituare ormai ogni giorno i nostri interlocutori che ha riportato il dibattito che si è acceso pochi giorni fa su un noto quotidiano piemontese e che ha visto un imprenditore, tra l'altro che non opera nel mondo vending, intervenire finalmente a difesa delle "macchinette", cosa che per noi ha avuto davvero un gran valore.
Domenica 25 novembre, infatti, su La Stampa di Torino Andrea Notari, Presidente del Giovani Industriali Piemontesi e titolare di un’azienda che opera nel settore delle costruzioni “mette a tacere” un ex dirigente pubblico che scrivendo una lettera al quotidiano sostiene la necessità di eliminare le “macchinette del caffè […]in tutte le ditte private e pubbliche”. Il dirigente pubblico motiva l’intervento con queste parole “L’utenza è stanca di capannelli davanti alle macchinette, mentre nessuno risponde al telefono ed interi uffici sono sguarniti per tempi prolungati, mentre i dipendenti ciacolano serenamente, come nel film di Checco Zalone – Quo Vado”.
La risposta del Presidente dei Giovani Industriali del Piemonte non si fa attendere e non potrebbe essere più netta e convincente: “Gentile Signore, da industriale devo dire che non condivido la sua posizione. Probabilmente l’autore della lettera vive e si riferisce a una vecchia idea di imprenditoria e industria che negli anni è cambiata. E’ un passato ormai lontano. […] stiamo cercando di rendere più friendly l’ambiente di lavoro […] e la macchinetta del caffè è un luogo di socialità dove potersi confrontare e istituire un rapporto più stretto, favorisce il team building”.
Niente da aggiungere. Se non … grazie!